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Mappa sì…mappa no…

Quando uno strumento può diventare un ostacolo

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Scusate il titolo un po’ provocatorio, premetto che io mi trovo molto bene a lavorare con le mappe e sono io stessa a proporle durante i percorsi legati al metodo di studio…ma ormai le mappe, soprattutto se in relazione allo studio dei ragazzi con DSA, vengono usate come panacea di tutti i mali…non è proprio così. Soffermiamoci un attimo a pensare a cosa si deve fare per creare una mappa: leggere con attenzione il testo, comprenderne le varie parti, sottolineare le cose più importanti e inserirle in un foglio in modo ordinato, collegare le informazioni con un senso logico e/o cronologico, mantenendo l’ordine visuo-spaziale, rileggere la mappa per memorizzare le informazioni contenute e il lessico specifico, esporre a voce alta tutta la mappa e quindi riprodurre oralmente il testo letto in partenza.

Risulta evidente che in tutti questi passaggi sono molti i punti nei quali un alunno può cadere, soprattutto se sono presenti DSA o difficoltà scolastiche. Lettura, comprensione del testo, capacità di sintesi, fare connessioni logiche, scrivere, organizzare il foglio, memorizzare, esporre a voce alta… una o più di queste abilità potrebbe essere compromessa da un DSA o da altre difficoltà. Questo renderà la creazione della mappa molto più complessa. Per questi alunni sarà più efficace proporre altre strategie di studio e memorizzazione, magari sfruttando altri canali, come per esempio un semplice riassunto ad elenco puntato o l’ascolto del testo oppure la visione di un video….

 

Se l’alunno invece trova la mappa uno strumento efficace per il suo studio, allora credo sia importante seguire questi suggerimenti:

– Le mappe, per essere efficaci, devono essere prodotte dall’alunno stesso. È sconsigliatissimo cercarle già pronte in internet (perché provengono da testi, e soprattutto, da menti diverse). Spesso i ragazzi arrivano con mappe date dagli insegnanti o che hanno stampato da internet. Mettendole a confronto con il testo poi risultano mancanti molte informazioni e al contempo presenti altre nozioni che non sono citate nel loro testo di studio. Piuttosto è utile usare come spunto iniziale quelle fornite già dal proprio libro di testo e si possono poi ampliare, modificare, arricchire, in base alle esigenze personali.

– Devono essere fatte giorni prima della verifica, non tanto per poterle mostrare al professore così le accetta per usarle durante il compito scritto o l’interrogazione (che sarebbe comunque una prassi corretta), ma perché lo studio e la preparazione della mappa dovrebbero essere eseguiti passo passo. Le mappe si creano mano a mano che il docente spiega gli argomenti, così le si hanno pronte settimane prima per poterle usare come ripasso nei giorni a ridosso della prova (che sia essa scritta oppure orale).

– Si possono creare delle mappe più facilmente anche sfruttando software specifici che ne facilitano la composizione e la strutturazione nel foglio…naturalmente con il giusto esercizio e allenamento per poter utilizzare bene il software. Questi mezzi aiutano molto soprattutto in caso in caso di DSA.

– Le mappe poi non sono tutte uguali: esistono quelle mentali e concettuali, che hanno strutture e scopi differenti. (Ne parleremo in maniera più approfondita in un altro articolo)

– Teniamo infine presente anche che non si impara a costruire mappe in poche ore...ma in anni di esercizio, tentativi, studio, prove…

 

Anche il nostro Centro propone percorsi sul metodo di studio che presentano le fasi per costruire le mappe concettuali partendo dal lavoro sul testo. Allo stesso tempo però proponiamo anche molte alternative, perché (come mi capita sempre), durante o al termine dei percorsi, alcuni ragazzi riferiscono di non trovarsi bene con le mappe…per questo è sempre bene provare e valutare assieme a loro quali possono essere le strategie di studio più adatte!

Dott.ssa Giulia Bellè

Tutor dell’apprendimento

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